“Eddy era un uomo capace di gesti straordinari e di gran mascalzonate, come in fondo è la vita. Ha scelto me, mi ha amata, ha dato e ricevuto attenzioni, ma alla fine ha preferito un altro. Non è facile competere in amore, quando il tuo rivale è Dio”.
Queste sono le parole della Dama Nera, una delle protagoniste de La Tentazione, l’ultimo libro di Fabrizio Peronaci, giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera.
La storia che ci racconta, sotto forma di romanzo, è vera, con nomi, cognomi e fatti ben documentati tratti da un dossier segreto che nel 2015 ha portato alla luce episodi di sesso a pagamento nella Casa Generalizia dei seguaci di Santa Teresa d’Avila e alle successive pubbliche scuse di Papa Francesco a nome della Chiesa.
La storia d’amore descritta è lunga e piena di passione, ma è diversa da tante altre perché ha per protagonisti un frate, il carmelitano Edoardo Raspini, Padre Superiore della Provincia Romana, e un’insegnante di lettere, la Dama Nera per l’appunto.
Siamo a metà degli anni ’60 e Eddy, il frate, conduce due vite parallele: una con la tonaca indosso, fatta di impegni e celebrazioni liturgiche; l’altra come compagno e padre amorevole di due figlie (da lui riconosciute), cene clandestine, brevi vacanze insieme, incontri in alberghi e prelievi illegali di denaro dalle casse della confraternita.
Il tutto continua per anni, in silenzio, senza il minimo sospetto da parte di alcuno finché, nel giugno 1975, padre Edoardo e tre confratelli vengono coinvolti nel furto di un dipinto del ‘600 dal convento di Monte Compatri. Si tratta di una preziosissima tela raffigurante Gesù adolescente e San Giuseppe che lavora d’ascia del pittore fiammingo del XVI secolo Gerrit Van Honthorst, meglio conosciuto come Gherardo delle Notti. Un’opera del valore di milioni di euro non ancora ritrovata.
Secondo il racconto dell’amante del frate, che, a distanza di anni, ha deciso di rendere nota la verità, il furto del quadro fu organizzato da un gruppo di pregiudicati in associazione con i frati, pesantemente indebitati, ed esportato in macchina prima in Svizzera e poi in Austria, in un lungo viaggio con a bordo proprio Raspini e la Dama Nera.
Sembrerebbe la trama di un film, in realtà è un racconto vero, uno scandalo ecclesiastico e una vicenda giudiziaria sulla quale, all’epoca, persino Paolo VI fece cadere il silenzio, ma che oggi è tornata prepotentemente a galla grazie a questa importante inchiesta di Fabrizio Peronaci.
Con un linguaggio semplice e diretto, frutto di una ventennale esperienza nel campo giornalistico, Peronaci raccoglie la confessione della Dama Nera, la “moglie” del frate, determinata, in quegli anni, a restare accanto al suo uomo ad ogni costo e che oggi rende tutto pubblico anche nella speranza di contribuire al ritrovamento del prezioso dipinto. Raspini, invece, deceduto nel 2001, ammise, prima di morire, che c’erano religiosi impegnati a rubare e vendere oggetti antichi.
Al di là della vicenda sconcertante, emerge chiaramente dal libro anche un’altra impellente questione: l’abolizione dell’obbligo del celibato che, secondo molti, sarebbe l’unica via percorribile per frenare il calo di vocazioni ed eliminare la pedofilia e i tanti scandali sessuali nella Chiesa.
Da tempo si è aperto un dibattito a questo proposito, ma il forte clima conservatore delle istituzioni ecclesiastiche impedisce una riforma vista, ormai, quasi necessaria.
Fabrizio Peronaci è caposervizio nella redazione romana del Corriere della Sera e non è nuovo a questo tipo di giornalismo investigativo. Tra i suoi libri Mia sorella Emanuela, scritto con Pietro Orlandi (Anordest, 2011) e Il Ganglio (Fandango, 2014).